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Nel 2014 i bonus per ristrutturazioni e risparmio energetico hanno prodotto 28,5 miliardi di euro di investimenti e 425mila posti di lavoro fra diretti e indotto. Dal 1998 al 2015 questi incentivi hanno interessato oltre 12,5 milioni di interventi e milioni di famiglie.

I bonus per la casa hanno rappresentato una straordinaria misura anticiclica, qualificando il sistema imprenditoriale del settore, riducendo i consumi energetici, l’inquinamento e le bollette delle famiglie.

Così Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera, sintetizza il Report Cresme e Servizio Studi della Camera sugli effetti delle detrazioni del 50% sulle ristrutturazioni e dell’ecobonus 65% per la riqualificazione energetica degli edifici, presentata ieri alla Camera.

Il Report su detrazione 50% ed ecobonus 65%

Gli incentivi fiscali per il recupero edilizio e per la riqualificazione energetica hanno interessato dal 2008 al 2015 oltre 12,5 milioni di interventi, dato rilevante se si considera che, secondo l’Istat, le famiglie in Italia sono 24,6 milioni e le abitazioni 31,2 milioni.

Sempre dal 2008 al 2015, le misure di incentivazione fiscale hanno attivato investimenti pari a 207 miliardi di euro (una media di 11 miliardi di euro all’anno a valori correnti), di cui 178 miliardi hanno riguardato il recupero edilizio e poco meno di 30 miliardi la riqualificazione energetica.

Il consuntivo per il 2014 indica un volume di investimenti pari a 28,5 miliardi di euro (di cui 24,5 miliardi di euro sono relativi al recupero e 3,9 alla riqualificazione energetica) e rappresenta il valore più elevato nell’intero periodo di applicazione degli incentivi, lievemente superiore alla stima di 28,2 miliardi di euro riportata nella precedente edizione.

Per il 2015, i dati relativi ai primi otto mesi segnalano una flessione rispetto ai valori del 2013 e 2014, anni in cui si è registrato un livello massimo degli investimenti. Su tale dato va considerato il possibile impatto determinato dalle modifiche legislative: in particolare il raddoppio della ritenutaoperata da banche e Poste sugli accrediti dei bonifici relativi alle detrazioni. Il dato comunque conferma un livello decisamente superiore rispetto alla media degli anni precedenti.

Ermete Realacci sul futuro dell’ecobonus

“C’è consenso in Parlamento – afferma Realacci – sulla necessità di confermare ed allargare questa misura ad altri soggetti: edilizia sociale, condomini, imprese. E di ampliarla anche ad altri campi, quali il consolidamento antisismico e la bonifica dell’amianto. Su questo più volte ha confermato il proprio consenso e impegno il ministro delle Infrastrutture Delrio. La Legge di Stabilità è la sede adeguata per queste scelte”.

“Oltre che per rilanciare la nostra economia investendo su un’edilizia di qualità che non consumi nuovo territorio ma punti su innovazione, sicurezza e bellezza – prosegue il presidente della Commissione Ambiente -, è anche una strada per affrontare i problemi posti dai mutamenti climatici in atto, considerando che circa un terzo dei consumi energetici e delle emissioni di CO2 si devono agli edifici”.

“Estendere e confermare l’ecobonus significa ridurre i consumi energetici, l’inquinamento e le bollette. Con vantaggi sia per le famiglie che per le casse dello Stato. Basti pensare che tra una casa costruita bene e una costruita male passa una bolletta energetica di 1.500-2.000 euro l’anno e che nelle sole scuole i consumi di energia valgono 1.300 milioni l’anno. Investendo in efficienza energetica questa cifra può essere ridotta di almeno un terzo – conclude Realacci”.

fonte: edilportale

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